Viaggi

Scialpinismo dal rifugio Claudio e Bruno

Ofenhorn, Blinnenhorn, Hosandhorn, Turbhorn, questi sono solo alcuni dei 3000, che si possono raggiungere facilmente con gli sci dal rifugio Claudio e Bruno. Quando ci si trova su ognuna di queste cime, lo sguardo finisce per essere irrimediabilmente attirato dalla inconfondibile sagoma del Finsteraarhorn. Infatti l’Oberland sud-orientale e' proprio li', dall’altra parte della valle del Rodano. A detta di chi e' stato sia da questa che dall’altra parte della valle, le montagne qui non hanno niente da invidiare alle ben piu' note cime dell’Oberland Bernese, con la differenza che su questo versante non si deve prenotare il rifugio con un anno di anticipo, i prezzi sono piu' abbordabili e la qualita' del servizio e' persino migliore. Questo e' dovuto anche al fatto che il Claudio e Bruno e' un rifugio un po’ particolare. Le persone che lo gestiscono sono tutti volontari, che gratuitamente offrono un po’ del loro tempo per aiutare i poveri. Infatti i proventi del rifugio vengono utilizzati nell’ambito dell’Operazione Mato Grosso (http://www.operazionematogrosso.it/) per finanziare progetti umanitari in America Latina. L’ideatore di questa, come pure di moltissime altre iniziative simili, e' padre Ugo de Censi, un sacerdote che ha dedicato la sua vita alla gente più povera nei luoghi piu' sperduti del Peru', della Bolivia e del Brasile. Come scrive Franco Michieli, nel suo recente libro: “Huascaràn 1993, verso l’alto, verso l’altro” (www.facebook.com/huascaran1993) , dall’incontro tra padre Ugo e il grande alpinista Battistino Bonali nacque l’idea un nuovo modo di rapportarsi con le popolazioni indigene locali, al motto di “salire in alto per aiutare chi sta in basso”. Venne cosi' fondata la scuola di andinismo “Don Bosco en los Andes” a Marcara' in Peru' (http://www.donbosco6000.net/), si costruirono molti rifugi sulla Cordillera e anche qui sulle Alpi. E' questo il caso del Claudio e Bruno, un grande edificio di pietra di tre piani e 65 posti letto, venuti su dal nulla grazie alla fatica di tanti.

Itinerari

Nessuna informazione

Relazione

Da Valdo, in un paio di ore, si sale, utilizzando in parte gli impianti del Sagersboden, al rifugio Margaroli, dove, volendo, e' possibile pernottare. Quindi si prosegue verso nord fino al passo del Vannino (2754 m). I piu' in forma potranno salire alla Punta d’Arbola (3.235 m), una classica di questa zona, per poi ridiscendere al passo. Da qui, seguendo il ghiacciaio omonimo, con una piacevole scivolata, quasi sempre su neve farinosa, si raggiunge il lago del Sabbione e quindi, con breve risalita, si raggiunge il Claudio e Bruno (2713 m). Il giorno successivo sara' possibile scegliere tra molteplici itinerari tutti dal dislivello contenuto. Uno dei più classici e' la salita alla cima del Sabbione (3.183 m ), eventualmente da abbinare a quella del Turbhorn (3244 m). In alternativa si possono esplorare le cime dall’altra parte del lago, tra le quali la più nota e' la Punta del Ghiacciaio di Ban. Per il rientro a valle, in alternativa al percorso dell’andata, si puo' salire al Blinnenhorn (3.375 m) e quindi scendere, con splendida sciata lungo il ghiacciaio del Gries, fino all’omonimo passo. Si prosegue su pendenze sostenuto fino alla conca del Bettelmatt e, superato il lago del Morasco, si giunge nella localita' di Riale. Da qui, in autostop o con i mezzi pubblici, si puo' raggiunge l’auto a Valdo, pochi chilometri più a valle.

Informazioni

L’autostrada termina poco dopo Gravellona Toce. Si prosegue per la strada statale 33; ignorando le deviazioni per Macugnaga e per il Sempione, si risale la Val d’Ossola, seguendo il corso del Toce fino a quando la strada termina, poco dopo aver raggiunto le cascate care al Carducci, a pochi chilometri dal confine con la Svizzera. Siamo in Val Formazza, Pomattertal in tedesco, in quanto si qui nel XIII secolo si insediarono molte famiglie Walser. Ci si trova nel punto più settentrionale del Piemonte al confine con il Canton Ticino a est il Vallese a ovest. Del resto i maggiori frequentatori del rifugio sono proprio gli scialpinisti svizzeri, che lo raggiungono da nord. Per chi proviene dall’Italia, invece, il percorso piu' naturale prevede di lasciare la macchina a Valdo.

Varie / Altro

Il rifugio quest’anno e' aperto dal 7 marzo al 26 aprile. Per informazioni e prenotazioni si possono utilizzare i seguenti recapiti: 3495047681 – 3423513145 – rifugioclaudioebruno@yahoo.it – profilo facebook: rifugiocarloebruno, http://www.rifugi-omg.org/.