Viaggi

Scialpinismo in Turchia - Kurdistan 2013

L’obiettivo del viaggio era la salita sci alpinistica dell’Ararat; ma in questi casi lo sci è una scusa per effettuare un viaggio in un posto particolare. L’Ararat , vulcano di 5150m è la cima più alta della Turchia, ma è anche la montagna simbolo degli armeni che lo vedono distinatamente da Ierevan, la loro capitale, ma per loro resta irraggiungibile visto che il confine con la Turchia è chiuso da tempo. La montagna si trova nell’estremo est del paese nella zona abitata dai curdi, popolo senza nazione, in un recente passato in forte contrasto con il governo centrale di Ankara. Sino ad una decina di anni fa il PKK (partito comunista kurdo) di Ocalan aveva tra questi monti ai confini con Iran e Irak le sue roccaforti e la zona non era visitabile a causa delle forti tensioni tra le due etnie. Ora non ci sono problemi a visitare questi luoghi anche se dicono che sia obbligatorio un permesso dei militari turchi per salire sull’Ararat che dista a poca distanza dal confine iraniano. Dicono perché noi che ci siamo appoggiati ad un’ agenzia del posto non siamo stati fermati o controllati da nessun militare e non abbiamo visto nessun permesso firmato. La zona sud-orientale della Turchia oltre all’Ararat offre diverse possibilità di gite sci alpinistiche. Il problema è che le agenzie alle quali si appoggiano i turisti non hanno idea di cosa sia lo scialpinismo e propongono la salita dei monti più classici percorrendo gli itinerari estivi che non sempre si addicono allo scialpinismo. Inoltre le guide turche pur fisicamente forti e motivate non sanno sciare. A Dogubayazit (alle falde dell’Ararat) e in tutta la Turchia ci sono diverse agenzie che propongono settimane sci alpinistiche e la salita dell’Ararat. Noi ci siamo affidati alla Ceven Travel Oltre che sciare abbiamo effettuato alcune doverose visite turistiche. Ovviamente ci siamo fermati a Istambul, che è una città che non ha bisogno di presentazioni, dove abbiamo dormito una notte, ma risultano interessanti anche la visita al palazzo di Izak Pasha situato in mezzo ai monti ai confini con l’Iran e l’isola di Adkamar con relativa chiesa armena sul lago di Van.

Partecipanti: Matteo Moro, Anna Bartolini, Raimondo Durin, Paolo Pezzolato, Angelo Zagolin, Riccardo Del Fabbro, Renata Pachner, Lidia Larice

Itinerari

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Relazione

Giovedì 18 Aprile
Volo Venezia – Istambul. Arrivo nel pomeriggio. Visita alla moschea di Santa Sofia, alla cisterna dell’Aquedotto Romano, al ponte e alla Torre di Galata.

Venerdì 19 Aprile
Giornata intensissima. Sveglia alle 4. Due ore di aereo e alle 9 siamo a Van “ridente” cittadina ai bordi dell’omonimo lago. Dall’aereo lo spettacolo è immenso. Il lago con sopra alte montagne piene di neve. In città ci aspetta la corriera della Ceven Tour con tre guide e accompagnatore che ci portano subito in albergo: l’Adkamar Hotel, tre stelle tipo socialismo reale. Qui dopo una abbondante e molto apprezzata colazione a buffet si concorda per una breve gita pomeridiana con gli sci giusto per sondare il gruppo e la neve. Partiamo alle 11 facendo il giro del lago. La giornata è variabile con a tratti un bel sole anche caldo. Arriviamo in un paesino curdo e la strada finisce…niente neve…cominciamo male. Proviamo da un’altra parte e siamo più fortunati. Ci sbarcano in un paesino con pecore e pastori che incuriositi ci vengono a guardare. Sci in spalla ci dirigiamo verso la neve. Dopo mezz’ora di cammino mettiamo gli sci ai piedi. Alla fine saliamo 1200 metri di dislivello e raggiungiamo una cima di più di 3000 m di quota. In vetta ci attende una piccola bufera che ci costringe a scendere subito. La discesa sarà un patimento perché le nostre guide turche non sanno sciare! Alla fine arriviamo fradici all’autobus verso le 18. Ottima impressione su tutto tranne che sulle guide. Rientro con sosta sulle sponde del lago per lavare gli scarponi infangati sul sentiero.

Sabato 20 Aprile
Finalmente sveglia ad ore non impegnative. Giornata di relax. Dopo colazione giretto per Van. Verso l’ora di pranzo visita al castello di Van (abbastanza bello) con passeggiata nel parco e pranzo all’aperto sotto un bel sole anche se la temperatura non è tanto alta, poi partenza in direzione Aldicevaz, anonimo paesino sul lago Van che domani ci permetterà di raggiungere abbastanza presto la partenza della nuova gita. L’albergo è kitch, il paese è povero e abbastanza dismesso. Facciamo un giretto prima di cena e comperiamo un po’ di frutta secca (prodotto tipico del luogo) e merendine. Al nostro gruppo in mattinata si sono aggiunti 4 tedeschi/austriaci che faranno con noi il resto del viaggio. Dopo una buona cena andiamo a dormire presto perché domani ci attende la sveglia alle 4.

Domenica 21 Aprile
Notte un po’ agitata forse a causa del tè bevuto dopo cena. Arriviamo alla partenza della gita alle 5.45. Il tempo è buono, speriamo che tenga il più possibile. La salita alla cima del Suphan 4050m durerà in tutto 4 ore, con bellissimi scorci sul lago e sulla vetta.. Davanti Rich batte traccia, dietro si arranca anche causa la quota. L’ultimo tratto è abbastanza impegnativo Dopo 1600m di dislivello chi prima chi dopo tutti noi 8 arriviamo in cima. I tedeschi e le guide turche invece si fermano prima. Bellissima la discesa nel primo tratto, poi nebbia e infine un ultimo tratto decente con sbaglio nell’imboccare la lingua di neve che portava al bus. Arrivo al bus verso le 11.45 poi abbiamo atteso più di due ore i tedeschi che non sono riusciti ad arrivare in vetta ma soprattutto hanno dovuto aspettare la guida che ha le “solite” difficoltà a scendere! Poi un lungo viaggio verso Dogubaiazit squallida cittadina a 35 km dal Iran. Qui il tempo è brutto e i programmi per domani verranno modificati. Cena in un ristorante del centro (come al solito mangiato benissimo) poi a letto.

Lunedì 22 Aprile
Sveglia alle 8. Colazione e giro per il centro ricco di movimento con tante botteghe di spezie, macellerie con teste di mucche in esposizione e tanti uomini seduti ai bar. Donne poche e mai sole, sempre in gruppetti o con qualche figlio/uomo. Alle 11 partenza in bus per visita al sito dell’arca. Si trova a qualche km dalla città su una altura ai confini con l’Iran. Si vede la strada che porta al confine con una lunga fila di camion in attesa. Il posto è squallido e il museo è chiuso. Al ritorno, breve sosta lungo la strada per visita una fabbrica di tappeti locali dove è stato molto interessante provare a fare i nodi aiutati dalle ragazze del posto. Rientriamo in città. Facciamo un pranzo con dei panini nella hall dell’albergo e poi ripartiamo alla volta delle terme. Qui il posto è di una miseria unica. Ci sono dei locali con delle vasche poco invitanti. Piccola camminata a vedere le sorgenti e poi tutti in vasca. Meglio del previsto! L’acqua calda ci rinfranca subito e dopo un po’ si sta da dio. Dicono che la temperatura sia attorno ai 40°. Dopo il bagno squallido pic-nic all’aperto con temperatura bassina e con cani randagi che ci stanno a guardare. Rientro verso le 19. Giro in città e cena leggera nel ristorante di ieri visto che il pic-nic non ci ha saziato, poi preparativi per l’impresa di domani.

Martedì 23 Aprile
E’ il giorno della partenza per la salita dell’Ararat. Dopo colazione alle 9.30 ritrovo con il nuovo furgone 4x4 che ci porterà il più possibile in alto. Caricato tutto si parte. La strada è sterrata e il furgone ci scarica a quota 2200m. Da qui a piedi cominciamo a salire. La giornata è variabile con sprazzi di sole e qualche fiocco di neve. Dopo qualche sosta ad aspettare i cavalli con i bagagli (soprattutto le tende) verso le 14.30 arriviamo al luogo del campo. C’è un bel sole e il posto è anche abbastanza riparato dal vento, che anche se poco a queste quote si sente benissimo. Dopo circa mezz’ora arrivano i cavalli e possiamo cominciare a montare le tende. Matteo e Rich liberano la piazzola con le pale e si procede al montaggio. Verso le 16 ritrovo nel tendone comune per il tè ma poi ci cacciano fuori perché devono preparare la cena. Comincia a nevicare di nuovo e ci rintaniamo nelle tende. Siamo a 2900 metri. Sin qua abbiamo salito 720 metri a piedi su pendenze blande. Cena alle 19 nel tendone comune. Minestra di pomodoro e cus cus con pollo. A dormire verso le 20.30.

Mercoledì 24 Aprile
La notte passa abbastanza bene e alle 6 la temperatura dentro la tenda è di -3. Sveglia alle 7.30. Bellissima giornata ma purtroppo con molto vento. Non si può fare molto perché montare il secondo campo troppo in alto è impossibile. C’è un sacco di gente da tutte le parti. Verso le 10 si parte per il campo 2 situato circa 600 metri sopra il campo 1. Salita per un canalone al riparo dal vento. I sciatori che dovevano raggiungere oggi la cima rinunciano. Noi arrivati montiamo le tende con qualche difficoltà causata dal vento e dal pendio in discesa. Dopo più di un’ora è fatto tutto. Dopo il montaggio non ci resta che rimanere in tenda, fuori soffia troppo. Cena alle 18 con discussione sui programmi per domani. Prima pensavamo di fare sveglia alle 3.30 e colazione per le 4, poi abbiamo deciso di fare colazione alle 6 e poi decidere cosa fare.

Giovedì 25 Aprile
Di notte soffia un vento fortissimo ed entra un sacco di neve nella tenda. Alla 1.30 il gruppo di russi dietro a noi fa un casino per la partenza. Temperatura in tenda alla mattina -4. Noi alle 6 siamo sull’indeciso. Vento forte, bassa temperatura, colazione ghiacciata. Decidiamo così senza troppa convinzione di provare a salire, anche perché la possibilità di restare tutto il giorno chiusi in tenda non ci alletta troppo. Pian piano salendo la temperatura migliora con l’arrivo del sole. La salita viene fatta quasi tutta con i rampant causa neve dura e vento fastidioso. Passano le ore e continuiamo a salire. Verso la vetta comincia una pietraia non semplice da affrontare. Arriviamo a quota 4600 sperando che migliori, ma le pietre invece aumentano così come aumenta il vento in cima. Ci fermiamo dove si fermano in molti. Praticamente solo Rich riesce (non senza difficoltà) a raggiungere la cima spazzata da vento fortissimo e con ghiaccio vivo. La discesa non è entusiasmante con neve spesso cartonata. Arriviamo verso le 14 al campo 1 dopo 1200m di salita e 1800m di discesa. Ci siamo resi conto che anche con buone condizioni la salita in vetta non è banale e a tratti pericolosa. A piedi scendiamo gli ultimi 700 metri fino al bus e poi in hotel. Cena in ristorante tipico curdo.

Venerdì 26 Aprile
Bellissima giornata oggi con l’Ararat completamente libero dalle nuvole e, sembra, anche senza vento. Alle 9 partenza per visita al castello di Isak Pasha; palazzo eretto a pochi chilometri dalla nostra cittadina, in una posizione invidiabile dominante sulla vallata sottostante. Il restauro terminato pochi anni fa lo rende facilmente visitabile anche se è stato troppo invasivo. Le coperture con capriate in legno e vetro sono un po’ troppo presenti ed insistenti sull’antica struttura. Belli gli ingressi decorati e alcune sale interne, come la moschea e la libreria. Rientrati in città piccolo pranzo e poi Haman (sauna e bagno turco con massaggio) Donne da una parte e uomini dall’altra. Cena a casa della famiglia del cuoco. Tutti seduti a terra in soggiorno con l’aggiunta di un piccolo mercatino di prodotti realizzati dalle donne della famiglia (calze, sciarpe, maglie ecc..).

Sabato 27 Aprile
Ultimo giorno. Sveglia alle 5. Partenza per Van dove arriviamo alle 8.30 per andare a prendere un nuovo gruppo di tedeschi. Alle ritrovo in albergo per partenza alla volta dell’isola di Akdamar. Giornata splendida con buonissima temperatura. Con il battello raggiungiamo l’isola in compagnia di una marea di ragazzi che improvvisano danze curde sulla prua della barca. Arrivati sull’isola visita alla famosissima chiesa armena (bella) e gozzovigliamento per l’isola con belle foto delle montagne vicine. Il lago è di un blù intenso, sullo sfondo montagne con ancora un po’ di neve, nuvole primaverili e i mandorli in fiore…una favola. Rientro verso le 17 e grandi brindisi al bar dove ci fanno compagnia due ragazze italiane conosciute i giorni scorsi.

Domenica 28 Aprile
Sveglia alle 7. Partenza alle 9. Tranquillo volo di rientro tranquillo con sosta di 5 ore in aeroporto a Istambul. Rientro a Trieste in serata.

Informazioni

Le agenzie alle quali si appoggiano i turisti non hanno idea di cosa sia lo scialpinismo e propongono la salita dei monti più classici percorrendo gli itinerari estivi che non sempre si addicono allo scialpinismo. Inoltre le guide turche pur fisicamente forti e motivate non sanno sciare. A Dogubayazit (alle falde dell’Ararat) e in tutta la Turchia ci sono diverse agenzie che propongono settimane sci alpinistiche e la salita dell’Ararat. Noi ci siamo affidati alla Ceven Travel

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