Viaggi

Monte Elbrus - The Peak of Europe

"Pielbrusie" è il nome di una regione geografica del Caucaso Centrale, situato fra il Mar Nero ad ovest ed il Mar Caspio ad Est, che significa letteralmente "area intorno all'Elbrus". Ed è stata proprio questa la zona prescelta per la nostra spedizione. Nella valle principale, dove scorre il fiume Baksan, confluiscono numerose valli laterali, che conducono alle più celebri e belle montagne del Caucaso, come lo scudo ghiacciato del Donguz-Orun (4468 m), i vertiginosi pinnacoli dello Shkhelda (4320 m), la perfetta piramide del Pik Shchurovskogo (4259 m), il leggendario Ushba (4710 m) e, naturalmente, l'Elbrus, che con la cima ovest (5642 m) non solo è la più alta montagna caucasica, ma anche la più alta del continente europeo.

Lo sviluppo turistico ha favorito il sorgere di numerosi alberghetti lungo la valle del Baksan, che si sono aggiunti alle ex dacie dove venivano un tempo ospitati i più alti dirigenti dell'Urss. Il Pielbrusie è facilmente accessibile da Mineralnye Vody (aeroporto) tramite una strada asfaltata che risale la valle Baksan toccando i villaggi di Terskol, di Cheget, e giunge fino ad Azau, base per la salita dell'Elbrus. Tutta la regione si trova nella Repubblica di Kabardino-Balkaria , appartenente alla Federazione Russa, fra la Georgia ad ovest, e l'Ossezia e la Cecenia ad est. Di quasi 1000 m più alto delle montagne che lo circondano, l'Elbrus domina il paesaggio del Caucaso Centrale come un gigante di ghiaccio a due teste. Presenta infatti due vette, corrispondenti a due diverse bocche vulcaniche: la più antica è probabilmente la vetta occidentale (Zapadnaya), la più alta, mentre la vetta orientale (Vostochnaya), alta 5621 m, mostra ancora traccia di un gigantesco cratere, di 250 m di diametro, che porta segni di attività relativamente più recente. Tutto il massiccio è coperto da un'immensa colata di ghiaccio, che copre una superficie di 145 km quadrati e raggiunge in alcune zone lo spessore di 400 m. Il fenomeno del ritiro dei ghiacciai si fa comunque evidente negli ultimi anni anche sulle pendici di questo massiccio caucasico. Dalla sella che divide le due vette, i fianchi candidi della montagna declinano dolcemente, dividendosi in lingue di ghiaccio e screpacciate che si insinuano nelle numerose , suggestive vallate disposte a raggiera intorno al ghiacciaio. Soltanto sul versante ovest si erge un torrione, il Kiukiurtliu, che verso sud e verso ovest presenta monolitiche pareti verticali, sulle quali sono state aperte vie di 5° e 6° grado. L'alta quota, l'aria rarefatta, il tempo mutevole, la frequenza di violenti temporali e la bassa temperature hanno tenuto per molti secoli gli uomini lontani dalla vetta del massiccio.

E' stato solo nel 1829 che Killar Khashirov, un portatore locale, uomo di punta della spedizione del generale A. Emanuel, raggiunse la cima est, salendo lungo la parete nord. Nel 1868, gli inglesi salirono invece per la via sud, quella classica, guidati da Douglas Freshfield, che ha lasciato una emozionante testimonianza nel volume "The exploration of the Caucasus". Nel 1874, una spedizione inglese guidata da Florence Crawford Grove arrivò sulla cima occidentale. C'è un personaggio leggendario, che, incredibilmente, prese parte a tutte e tre queste spedizioni: la guida Akhia Sottaev. Nel 1829, quando aveva 41 anni raggiunse la sella, ma dovette tornare indietro per accompagnare a valle lo scienziato E. Lenz. Trentanove anni più tardi, a 80 anni d'età, raggiunse la cima est insieme alla spedizione di Freshfield, ma, non pago di ciò, ripartì nel 1872 insieme a Grove per la vetta ovest, stabilendo così il record del primo uomo che aveva scalato entrambe le cime e certamente l'unico a esservi giunto in età così avanzata. Nel 1890, il topografo militare russo A. Pastukhov salì sulla cima est e tracciò la prima mappa fisica e geografica dell'Elbrus. Le rocce a 4700 m, da cui passa la via normale, portano il suo nome. Conviene citare ancora un episodio nella storia delle ascensioni all'Elbrus. Il 21 agosto 1942, in pieno conflitto mondiale, un gruppo di alpinisti della 1.a e della 4.a divisione tedesca da montagna Edelweiss, al comando del capitano Groth, riuscirono a salire la cima ovest durante un tremendo temporale.

Itinerari

Non ci sono informazioni per questa sezione

Relazione

La salita alla cima principale dell'Elbrus (5642 m) è stata effettuata per la via normale il 9 agosto 2005, a piedi e senza sci, in seguito alle notizie ricevute sulla scarsa sciabilità nella stagione estiva. Il percorso di salita è invece interamente praticabile con gli sci, a partire da 3700 m fino alla cima, non soltanto in maggio e giugno, ma anche nei mesi di luglio di agosto, sempre in funzione delle condizioni nivo-meteo del momento. I pendii della via normale sono sciabilissimi e non superano mai l'inclinazione di 40 gradi, consentendo una discesa splendida. E' quindi consigliabile portarsi sempre gli sci e l'attrezzatura di sci-alpinismo! L'ascensione richiede una buona acclimatazione, ma non presenta difficoltà tecniche particolari diverse dalla normale progressione in ghiacciaio. La salita può risultare però notevolmente impegnativa per le condizioni meteorologiche locali, associate alla quota. La bassa temperatura e l'estrema variabilità atmosferica dell'area è infatti determinata da frequenti correnti occidentali di aria umida ed instabile provenienti dal Mar Nero che, spostandosi verso est e scontrandosi sul massiccio montuoso dell'Elbrus, possono dar luogo a violenti temporali e bufere di neve in quota.

SALITA
1° giorno. Da Azau (2000 m) al rifugio Priut/Diesel (4000 m): da Azau fino al rifugio Barrels (3700 m) con 2 funivie e 1 seggiovia; da rifugio Barrels (3700 m) a rifugio Priut (4000 m) a piedi; dislivello: 300 m; distanza: 2 km; tempo di salita: 1 - 1,5 ora.

2° giorno. Dal rifugio Priut (4000 m) alle rocce Pastukhov (4700 m) e ritorno al rifugio Priut per l'acclimatamento; dislivello: 700 m; distanza: 2 km; tempo di salita: 2 - 3 ore.

3° giorno. Dal rifugio Priut (4000 m) alla Cima Ovest Elbrus (5642 m): dislivello: 1.600 m; distanza: 6 km; tempo di salita: 6 - 8 ore.

OPZIONI
A. Pernottamento al rifugio Priut (4000 m) vantaggi: minore dislivello per la cima (1.600 m) inconvenienti: scarso acclimatamento.
B. Pernottamento al rifugio Barrels (3700 m) vantaggi: migliore acclimatamento inconvenienti: maggiore dislivello per la cima (1.900 m)
C. Pernottamento 1° giorno al rif. Barrels e 2° giorno al rif. Priut vantaggi: acclimatamento migliore, e minore dislivello per la cima inconvenienti: difficoltà di trovare posto in successione nei due rifugi.

Componenti del gruppo che hanno raggiunto la cima ovest il 09.08.2005:

Catucci Antonella
Fattori Alessandro
Negrari Barbara
Olivero Simone
Pompili Giuseppe
Riperto Bruna
Rubbiani Francesco

INFORMAZIONI GENERALI
E' indispensabile contattare dall'Italia un'agenzia russa locale (es.: Pilgrim Tours) per prenotare in anticipo i rifugi in quota, altrimenti di difficile fruibilità. Materiale necessario per la salita: imbraco, corda, piccozza, ramponi, utili i bastoncini, consigliabili scarponi con scafo in plastica e scarpetta termica interna. Materiale per i pernottamenti: consigliabile il sacco a pelo, considerato che i rifugi locali (specie il rifugio Priut) sono spartani e non corrispondono alle normali caratteristiche dei rifugi alpini. Nei rifugi in quota è possibile usufruire di alcuni pasti previo accordo con l'agenzia russa; è comunque preferibile portare del cibo proprio dall'Italia e disinfettanti per l'acqua.

Informazioni

Sperimentazione GPS

Un esempio di sperimentazione del GPS in alta montagna Nel corso della spedizione dell'Elbrus, in cui è stata raggiunta la vetta il 09.08.05, è stato sperimentato l'uso del GPS in alta montagna per determinare - mediante il sistema satellitare - le coordinate della posizione, per verificare la rotta programmata, e per rilevare in tempo reale la traccia di salita alla vetta. Strumenti impiegati. In ambiente è stato utilizzato un ricevitore GPS portatile modello "Garmin eTrex Summit", dotato di bussola elettronica ed altimetro barometrico (www.garmin.com). Per l'elaborazione dei dati sulla cartografia è stato utilizzato invece il software "Oziexplorer" versione 3.95.4b (www.oziexplorer.it). La cartografia è stata ricavata dal foglio "Elbrus" dell'Istituto Geografico della Federazione Russa (Repubblica di Kabardino-Balkaria) in Scala 1: 50.000 - edizione 2004. Per semplicità è stato impostato su oziexplorer un reticolo geografico con coordinate in gradi, minuti, millesimi e con Datum internazionale WGS 84.

Metodologia applicata.
Prima della partenza, è stata predisposta a tavolino una " Rotta" (itinerario teorico composto da segmenti rettilinei), formato da 5 punti o waypoint (indicati nella Tabella 1), forniti dall'agenzia russa e rettificati durante la calibrazione della cartografia su oziexplorer (vedi mappa "Rotta 28.07.05" ).

Wpt Latitudine Nord Longitudine Est Altitudine m. Descrizione
1 43° 18, 8440' 42° 27,6330' 4050 Rifugio Priut
2 43° 19, 9520' 42° 27, 4930' 4740 Rocce Pastukov
3 43° 20, 2300' 42° 27, 3540' 5000 Zona crepacci
4 43° 20, 9420' 42° 26, 7810' 5380 Sella
5 43° 21, 1520' 42° 26, 2740' 5640 Cima Ovest Elbrus

Durante lo svolgimento della salita sono stati rilevati con il GPS in tempo reale 2 punti o waypoint: il punto di partenza, rifugio Priut, e il punto di arrivo, la cima Ovest dell'Elbrus (indicati in Tabella 2), ed è stata registrata nel contempo tutta la " Traccia" di salita (corrispondente esattamente all'itinerario percorso). La traccia è utilissima in caso di maltempo per poter ritornare al punto di partenza (vedi mappa "Traccia 09.08.05" ).

Wpt Latitudine Nord Longitudine Est Altitudine m. Descrizione
0E1 43° 18, 9162' 42° 27,5436' 3995 Rifugio Priut
0E2 43° 21, 1512' 42° 26, 2746' 5640 Cima Ovest Elbrus

Per inciso, il rilevatore che ha proceduto a registrare la traccia e le coordinate in vetta, ha ripercorso a ritroso in discesa una parte dell'itinerario di salita - anche in modalità strumentale - ed è ritornato poi una seconda volta in vetta, potendo così verificare per due volte, senza errori, la funzionalità dell'opzione " Tracback" (" torna indietro" ) del GPS. Si precisa che, a scopo precauzionale, il ricevitore GPS è stato quasi sempre indossato al riparo sotto la giacca a vento, per evitare eventuali inconvenienti alle batterie derivanti dalle basse temperature.

Valutazione dei risultati.
Da un confronto fra le rilevazioni effettuate sul campo e la rotta predisposta in precedenza a tavolino, è risultata una sorprendente corrispondenza dei dati, in particolare per quanto riguarda le coordinate rilevate con il GPS sulla vetta principale, che sono praticamente identiche a quelle calcolate a tavolino sulla carta, con una tolleranza inferiore ai 10 metri. L'apparente discrepanza delle coordinate del rifugio Priut si spiega con il fatto che nella zona del Priut non esiste un singolo rifugio, come indicato sulle carte, ma in realtà sono stati costruiti nel tempo diversi rifugi, non molto distanti fra di loro, comunque siti in posizioni diverse.

Conclusioni.
Considerato che tutti i rilevamenti sono stati effettuati, a livello non professionale, per mezzo di un singolo ricevitore portatile di facile uso commerciale, e senza il supporto di un secondo strumento fisso con coordinate note per il calcolo differenziale, si può concludere che il risultato della sperimentazione è da ritenersi senz'altro molto buono, confermando - pur con tutti i limiti insiti nel sistema satellitare - la validità dell'uso del GPS in alta montagna, sia con che senza carta topografica, quindi anche per quei Paesi che sono lontani dall'arco alpino, e che non sono sempre coperti da cartografie molto attendibili.

Varie / Altro

TESTO
Alessandro Fattori
FOTO
Francesco Rubbiani

Agenzia italiana per i voli e la logistica:
Viaggi nel Mondo

Agenzia di appoggio russa per gli alloggi e la prenotazione dei rifugi:
Pilgrim Tours